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E gli Operatori del Gioco come si comporteranno dopo la Manovrina?

Gli operatori legali del gioco pubblico ed i nuovi casino sono tanti. E tanti, come è stato detto più volte, hanno creduto ciecamente nel business del gioco perché in esso (sullo sfondo) si vedeva lo Stato come titolare delle concessioni rilasciate. Hanno scelto di vivere nella legalità, seguendo le leggi e le normative che man mano venivano imposte, hanno deciso di pagare i vari orpelli che venivano imposti e mano a mano di sono sentiti “scivolare” dalle mani le loro attività che venivano “massacrate” dai Regolamenti Regionali che nascevano come funghi e che incombono fortemente sui “cassetti” delle attività commerciali di gioco.

Nonostante tutto questo, gli addetti ai lavori continuano a stare dalla parte giusta della barricata, ma per quanto ancora riusciranno a farlo senza mettere a repentaglio le proprie imprese ed i propri dipendenti? Stanno ”tenendo duro” gli operatori del gioco lecito e stanno aspettando, sopratutto, il risultato della Conferenza Unificata vero riferimento della loro speranza che le “cose si possano finalmente mettere sui giusti binari” e che le loro esigenze possano essere ascoltate. Certamente, i risultati di questa benedetta Conferenza non si può dire che siano fantastici ed entusiasmanti… ma il gioco sta aspettando ancora e spera di poter far arrivare i propri pensieri a chi governa.

Ma, mentre succede tutto questo esiste una parte degli operatori leciti che hanno cominciato a distogliersi dalla retta via e cominciano a mettere in circolazione “macchinette” che promettono ed erogano premi, punti e vincite mascherate sotto varie forme (chiaramente non lecite): questo accade sopratutto al Nord dove è stata ristretta fortemente l’installazione delle slot e piuttosto che “chiudere bottega” qualcuno di questi operatori si arrangia per continuare a pagare le bollette, l’affitto, i dipendenti. Questo lo si può già trovare in tanti locali e si chiama “sopravvivenza” per coloro che fanno parte della politica e che non conoscono certamente cosa siano rischi e privazioni.

Può darsi, poi, che questi comportamenti ne “richiamino” altri e che lo Stato si trovi di fronte ad un nuovo tipo di illegalità-legale che sarà difficile arginare, almeno per il momento: senza contare l’illegalità vera e propria, ancora più difficile da debellare. Lo Stato difficilmente sarà in grado di arginare tutto questo ed, allo stesso modo, senza un piano preventivo ben studiato ed adeguato, non sarà possibile educare i cittadini al consumo consapevole ed a rapportarsi in modo corretto con il mondo del gioco.

Insomma, si rappresenta un quadro alquanto astratto, di difficile comprensione e… pieno di troppi colori dove tutti vorrebbero dire la loro per l’interpretazione, ma nessuno riesce concretamente a capirne sia la logica che il significato. Ma, intanto, si continua a parlare di soluzioni emergenziali senza però mai voler affrontare a fondo questo fenomeno del gioco e ci si limita, sempre e comunque, ad una analisi di superficie: anche in Conferenza unificata è successo questo e se i ritardi veramente “irriguardosi” dei suoi tavoli di lavoro serviranno a qualcosa -come esplorare il mondo del gioco con le sue esigenze in modo completo- allora forse si potranno accettare altri “slittamenti”. Ma la sensazione più generale, purtroppo, è che non si voglia “andare a fondo di nulla”, e le conseguenze questa volta non saranno banali e neppure tanto superficiali.

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